Facendo telemarketing...aveva un po' ragione Dalì?
Telemarketing, voce, proposta, persuasione, relazione...
l modo in cui colloca i due oggetti è, d’altra parte, eloquente.
Il surrealismo, corrente di cui Dalì faceva parte, considerava l’arte come veicolo di conoscenza irrazionale, sostituendo l’occulto e l’ermetico al palese e dichiarato.
Il telemarketing, d'altra parte, che usa la voce e, appunto, il telefono per stimolare un interesse e convincere l'interlocutore ad accettare una proposta, sottende un'accennata vena erotica?
Per Platone, l'erotismo è l'espressione del desiderio: desideriamo ciò di cui sentiamo la mancanza e il telemarketing (ma più in generale il marketing) punta a generare esattamente un desiderio.
In pochi minuti, due voci si incontrano, dialogano, cambiano o mantengono lo stesso tono a seconda del livello di empatia che l'operatore riesce a mostrare al suo interlocutore.
Nessun tentativo di persuasione tuttavia, potrà mai essere efficace se non sincero.
Nessuna reale empatia potrà mai svilupparsi con l'inganno.
Il telemarketing efficace è quello corretto e rispettoso dell'interlocutore: non promuove spazzatura, non inganna con promesse farlocche.
Il primo a dover essere convinto della sincerità e bontà della proposta è proprio il proponente: solo così può immedesimarsi nelle obiezioni e nelle aspettative dell'altro, articolare una presentazione non meccanica e asettica ma calibrata sulle aspettative e i bisogni del suo interlocutore.
E allora sì, anche suscitare un desiderio...
Parliamo quindi di un erotismo inteso nella sua accezione più ampia, esteso a tutte quelle forme di desiderio non sessuale ma di aspirazione a una vita ricca di bellezza e di bisogni, anche materiali, soddisfatti.
E il telemarketing è lì, pronto come Eros, a scoccare la sua freccia perché l'incontro tra consumatore e azienda possa compiersi nel modo più gratificante e utile per entrambi.